Alessia e Robert pt. 1
Non aveva bisogno di una casa o di una macchina, quando poteva avere tutte le case e le macchine che le piacevano.
La sua dimora era il mondo e il suo passaporto si trovava tra le sue cosce.
Girava il mondo da quattro anni e in ogni posto in cui andava, si metteva a flirtare con qualche vecchio porco impallato di soldi dalla testa ai piedi.
Lei offriva ai tizi in questione la possibilità di scoparsi una cavallona tutta curve come lei e in cambio faceva la mantenuta fino a quando il suo cervello tutto pazzo non le diceva che era il momento di tagliare la corda.
Era fatta così. Il domani non aveva importanza.
Da un paio di settimane si era trasferita in California e si faceva sbattere da un settantenne chiamato Robert. Aveva una bellissima casa sulle colline di Hollywood e una serie limitata di auto da corsa.
La viziava in continuazione. Da quando vivevano assieme le aveva già comprato un computer, n telefono e un tablet, due collane e un braccialetto.
Quello era lo stile di vita che amava. Uomini maturi e pieni di grana. Li spolpava fino all’osso e poi volava verso qualche altra meta.
Di tanto in tanto le capitava anche di tornare in una città in cui era già stata; così andava a trovare il vecchietto che aveva abbandonato, fingendo un repentino ritorno di fiamma. La perdonavano tutti… ma chi non avrebbe perdonato una donna con un corpo del genere?
-Baby… il Viagra comincia a fare effetto.- gridò il vecchio.
Alessia si alzò dalla sdraio a bordo piscina e si avviò verso la vetrata che portava all’interno dell’abitazione. Il sole baciava il suo corpo perfetto e statuario.
Avrebbe potuto fare la modella se solo avesse voluto, ma quella vita era molto meno stressante e piena di comfort.
La sua andatura sinuosa faceva impazzire il vecchio Robert che dopo tanti anni di lavoro, finalmente si godeva la sua pensione assieme a quel pezzo di figa.
La sua particolarità era che riusciva ad innamorarsi davvero di quei vecchietti. Decideva di passare del tempo con loro, parlare di cose serie, andare al cinema, scopare, ma sempre con un filo d’amore. Non era falsa, come molte delle ragazze che conducevano uno stile di vita simile al suo.
L’erezione da Viagra fuoriusciva dalle mutante strette di Robert.
-Qui c’è qualcuno che a voglia di mettere il cazzo al calduccio dentro una figa bollente?- sorrise lei, slacciando i cordini che legavano il bikini al suo prosperoso seno.
Le mutandine caddero a terra e le sue labbra incontrarono quelle di Robert. Fu un bacio lungo e appassionato, mentre la mano di Alessia iniziava a masturbare lentamente il cazzo del vecchio.
-Come sei brava, piccola.- disse.
-Sei tu che sei così virile.
Sapeva sempre cosa dire per rinvigorire un vecchio. Aveva affinato la sua arte, levigando i termini, andando all’avanscoperta nel mondo delle parole e adesso avrebbe potuto conquistare qualunque uomo sopra i settanta.
-Adesso lo infiliamo dentro.- disse, conficcandosi quell’arnese rugoso dentro la vagina.
Quel bacio l’aveva fatta bagnare. Quella era la dimostrazione che amava per davvero quei vecchietti con cui scopava in cambio di una vita agiata.
-Avanti tutta… stiamo per atterrare ad Orgasmolandia.- gridò Robert.
Era uno di quelli a cui piaceva parlare di sconcezze quando scopava.
Ad Alessia piaceva molto quell’uomo, perchè era sempre sorridente e aveva un sacco di aneddoti da raccontarle.
Il vecchio cominciò a ciucciarle le tette. Aveva un seno che somigliava in tutto e per tutto ad un bel paio di meloni maturi. Erano grosse e perfettamente proporzionate alla sua fisicità da statua greca.
-Fottimi bel maschione, fottimi col tuo bel cazzone duro. Sono la tua cagna.- disse, saltellando su quel pisello irto.
-Ulula se sei la mia cagna.
-Auuuuuuuuu.- gridò come una pazza, avvicinandosi all’amplesso.
Riuscivano anche a farla godere di tanto in tanto, anche se il più delle volte la portavano al limite senza però farla venire.
Proprio in quell’attimo il vecchio sentì l’eccitazione approssimarsi all’esplosione.
-Prendimelo in bocca… svelta.- disse.
Alessia estrasse velocemente il cazzo dalla figa e si mise in ginocchio, inghiottendo l’uccello di Robert.
L’erezione sputò in lei quella vecchia e rancida sborra dritta in gola. Aveva un brutto sapore, ma Robert era un caro vecchietto e lei aveva imparato a volergli bene con il passare dei giorni.
Si stava innamorando di lui, esattamente come si era innamorata di tutti gli altri.
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