Adriana, il sogno erotico
Come ogni mattina, Adriana portò il cane fuori. Non era bella nell’accezione più classica del termine, ma esercitava su Federico l’indiscutibile fascino della donna stanca.
Era magra, quarantacinque anni, capelli ben tagliati ma mai particolarmente curati e vestiva in maniera distratta, quasi sciatta, tuttavia non si poteva definire malvestita.
Aveva delle sensualissime borse sotto gli occhi marroni, borse che facevano letteralmente impazzire Federico.
La trovava irresistibilmente sensuale. Ogni volta che la incontrava, si perdeva nelle più perverse fantasie erotiche. Immaginava di scoparsela in fondo al vialetto della via in cui abitavano, o nelle scale del palazzo di uno o dell’altra, magari dentro l’ascensore.
Quando era suo marito a portare il cane fuori, finiva per immaginare sua moglie da sola a casa, intenta a masturbarsi per via dell’inappagata vita sessuale che quell’uomo sicuramente le aveva amaramente regalato.
Aveva una sciarpetta azzurra, una camicetta bianca e un giaccone di quelli vecchi ma caldi. Portava il cane di prima mattina, con lo sguardo perso nei suoi pensieri.
La fortuna di Federico era una totale assenza di senso del pudore. Quel giorno, quella sua particolare inclinazione gli risultò estremamente favorevole per il successo dei suoi intenti.
-E se le dicessi che io ogni mattina la sogno? Nuda.- disse, aspirando dalla sua Pall Mall.
-Cosa?
-Io provo un’irresistibile ed irrefrenabile voglia di fare l’amore con lei. Sono arrivato al punto di non dormire la notte. Non sono uno stalker o un’innamorato, no… quello che io provo non è amore. Io voglio scoparla. Voglio scoparla ad ogni costo.
Adriana rimase del tutto spiazzata. Un uomo era arrivato a dirle che avrebbe fatto ogni cosa per portarsela a letto, quando su marito non la toccava da mesi e sembrava addirittura non manifestarne nemmeno la benché minima intenzione.
-Vuole venire a casa mia?
-Solamente se mi promette che lì…
-Lì?
-Faremo sesso?
-Lei venga a casa mia.
Il cane di Adriana era un enorme e mastodontico esemplare di maremmano. Era un giocherellone, titubante con gli estranei, ma allegro nei confronti dei conoscenti e, fortunatamente, Federico era un conoscente.
Non ci poteva credere, stava finalmente camminando assieme a quella donna; erano diretti verso il suo appartamento per suggellare una sorta di accordo sessuale.
I sogni, certe volte, diventavano realtà.
Superarono il portone del palazzo, salirono lungo una rampa di scale ed infine, entrarono dentro l’appartamento che Adriana condivideva con suo marito.
-Quindi, fingiamo di bere il caffè per poi saltarci addosso, oppure ci diamo dentro subito?- domandò Federico.
-Metto il cane nell’altra stanza e andiamo in camera da letto.- disse lei, col suo solito atteggiamento stanco.
Federico aveva il cazzo che stava per esplodere. La sua erezione era una potenziale bomba atomica di sperma.
Adriana chiuse il cane in sala e, dopo essersi tolta la giacca, sorrise, avvolta nella sua camicetta bianca.
-Vieni in camera con me?- domandò educatamente.
-Certamente.
Il letto non era ancora stato rifatto. Avrebbero scopato laddove lei e il marito avevano appena passato la notte assieme.
Federico baciò il suo sogno erotico con dolcezza. Era una donna che sentiva il bisogno di essere amata, magari in maniera rude, ma c’era sempre l’amore alla base di tutto.
Le tolse la camicetta e il reggiseno bianco. Aveva un corpo magrolino e nervoso, con dei seni appena accennati. Si sbottonò da sola i pantaloni e le mutande, accompagnando la mano del ragazzo fino alla sua figa.
-Sei tutta bagnata.
-Lo sono ogni volta che t’incontro.
-Anche tu pensi a me?
-Secondo te andrei a letto con il primo coglione che me lo propone?
-Immagino proprio di no.
-È la prima volta che tradisco mio marito, non farmene pentire… scopami come si deve!- disse, impegnata a masturbare quel pene turgido e pronto alla penetrazione.
Federico la distese sul letto, lei afferrò il suo cazzo in maniera salda e decisa e l’infilò nella sua vagina.
Diventarono un tutt’uno. I movimenti non avevano niente di meccanico e compulsivo, come quelli di suo marito. Finalmente sentiva di essere amata da u corpo capace e da una mente che la desiderava veramente.
La sua mente sembrò liberarsi della stanchezza e del suo marcato lato oscuro.
Arianna strinse il cuscino con tutta la forza che aveva, mentre colpo dopo colpo, raggiunse l’orgasmo con una semplicità quasi imbarazzante.
-Fermati. Fermati.- disse, stremata dalla potenza del suo amplesso.
Estrasse da sé il pisello di Federico, ancora ricoperto delle sue secrezioni vaginali e lo guardò intensamente, ansimando.
-Voglio che tu mi venga in bocca.- sorrise, prendendoglielo tra le labbra.
Le piaceva fare pompini, era l’unica cosa “particolare” che faceva con suo marito, ma questa volta il suo amante si era davvero meritato un bocchino, vista la performance tra le lenzuola.
Fu così che Federico sborrò in gola ad Arianna. Finalmente il suo sogno erotico era diventato una realtà eroica.
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