40 euro d’amore

Carlo aveva avuto proprio una pessima giornata.
Detestava il suo lavoro e non si trovava nella condizione di lasciare il tanto agognato posto fisso. Lo stipendio era buono, ma i colleghi, i superiori e tutto il resto stava diventando insopportabile.
Sua moglie lo assillava sempre. Continuava a dirgli che non aveva nessuna passione e che se ne stava sempre lì a morire davanti alla Playstation.
Lo chiamava “la nullità”.
Il solo pensiero di tornare a casa e alla sua vita lo disgustava. Non era una nullità; era solo una persona semplice.
Avrebbe voluto tornare a casa, mangiare con sua moglie, chiacchierare e magari fare l’amore. Non lo toccava da mesi e lui iniziava a sentire una strana pressione.
Era convinto che lei lo tradisse. Probabilmente si vantava con le amiche delle prestazioni sessuali del suo nuovo amante, mentre lui veniva relegato al ruolo di cornuto.
Si fermò al semaforo e, proprio mentre divagava con la mente, una voce sussurrò
-Vieni ammore, solo quaranta per te.
Era una prostituta. Bella, bionda e con la pelle del colore del latte.
Non aveva mai visto una donna così bella dal vivo. Sembrava una modella.
-No, grazie.
-Dai… quaranta euro, ti succhio cazzo e metti figa.
Quaranta euro. Non c’era nessuno dietro di lui. Il cervello iniziò ad andare da solo, facendo muovere la sue labbra fino a dire -Sali.
Era la prima volta che faceva una cosa del genere. Non era mai stato con una prostituta e non aveva mai avuto intenzione di tradire sua moglie, nonostante il pessimo carattere della donna.
-Gira pure lì.- disse la ragazza.
Doveva essere un’esperta. Per un istante si domandò quanti cazzi succhiasse al giorno.
-Bene. Paga prima…
-Allora, hai detto quaranta. Ecco a te.- disse Carlo, pagando la cifra pattuita.
Si perse negli occhi azzurri della donna. Per lei era una questione d’abitudine, mentre per lui era un qualcosa di magico.
Gli slacciò i pantaloni ed inizio a masturbalo fino a fargli venire il cazzo duro. Dopo essersi infilata in bocca un preservativo, rivestì il membro turgido dell’uomo con le labbra.
-Sei fantastica.- disse
La ragazza bofonchiò qualcosa che avrebbe potuto essere anche un “grazie”, ma la presenza del suo cazzo in gola le impediva la perfetta pronuncia della frase.
Dopo averglielo ciucciato per circa tre minuti si sollevò la gonna, mettendosi a cavalcioni su di lui.
Aveva avuto rapporti sessuali solamente con ragazze che conosceva bene; fidanzatine dei tempi delle superiori per lo più.
Non aveva mai visto quella donna prima di quel momento e il suo cazzo era già dentro di lei. Non c’era romanticismo dietro quel gesto, ma un semplice sfogo.
Era come giocare a biliardino.
La prostituta cominciò a cavalcarlo, scopandolo come sua moglie non aveva mai fatto.
Il suo cazzo era dentro una bellissima donna dell’est e sua moglie se ne stava in casa ad aspettarlo, pronta a rovinargli l’ennesima notte della sua vita.
“Trovati un passatempo” diceva sempre. Adesso l’aveva trovato: scoparsi le puttane.
-Sborra, sborra caldo ammore.- disse la donna, eccitandolo ancora di più.
-Sborro… sborro tutto.
Le strizzò il culo, le leccò le tette e provò anche ad infilarle un dito in bocca, ma lei scostò il volto. Avrebbe voluto farle ogni cosa. Il suo cazzo non era mai stato così duro, nemmeno da ragazzino.
Quella fica, logorata da milioni di rapporti era la più bella vagina dell’universo in quel momento.
Venne come non era mai venuto. Tutte le paranoie e i malumori dovuti al lavoro svanirono nel nulla con quell’eiaculazione sotto un vecchio ponte dismesso in una prostituta che non avrebbe mai più incontrato.

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