Pasticcio feticcio
Da qualche parte ho letto che, quando sei fissato per una cosa, allora sei un feticista. Quella cosa, che ti fa arrapare più di altre (quando la guardi, la tocchi, la odori, la assapori), diventa il tuo feticcio personale, difficile da sostituire.
Io ho un segreto. Quando ne ho voglia, apro il tappo di uno dei miei flaconcini speciali, spremo il tubo e faccio uscire tanta crema di vitamina indicatissima per la pelle.
Che marca è? Beh, è un mix di sbobba estratta da varie sorgenti cazzute che ho collezionato nel tempo, con tanto amore, fatica e sudore di fica e boccuccia.
Non l’ho ancora confessato a nessuno, neanche ai miei amanti, che mi piace conservare il latte cremoso di tutti i maschi che mi porto a letto, di tutti quelli che ho reso felici e che ho accolto a gambe aperte.
Raramente, sono riuscita a rubare il succo cremoso raccogliendo gli schizzi d’orgasmo in bocca e poi sputando di nascosto, in bagno, in uno dei miei contenitori speciali. Non mi faccio quasi mai schizzare in bocca perché, poi, rovinerei tutto: ingoierei inesorabilmente tutta quella preziosa linfa (sarebbe un istinto più forte di me). Invece, devo lasciarla sgorgare in un bicchiere, con molta attenzione a non farne cadere neanche una gocciolina, e poi devo correre in bagno per conservarne il più possibile in un flacone, nella mia ampolla dei desideri dove la libidine sciolta aumenta a vista d’occhio.
Ho una piccola credenza stracolma di flaconcini, che ormai s’è trasformata in un vero e proprio banco di sperma. Ultimamente, scopo il più possibile per cercare di far crescere la mia collezione privata di succo eiaculato.
C’è un uomo, tra tanti, che ha contribuito più di altri ad arricchire la mia collezione. E’ più grande di me, sposato: pur di scoparmi s’è inventato con sua moglie tutte le scuse possibili e immaginabili. Per ficcare la mia sorchetta e godersela a lungo, tutte le volte che può, farebbe qualsiasi cosa. Per farlo venire fuori, gli dico che non prendo la pillola e che potrei rimanere incinta.
Una volta, ha usato il preservativo e, quando l’ha gettato via, l’ho recuperato di nascosto facendo colare in un bicchierino il liquido preziosissimo. Se n’è accorto e, guardandomi strano, mi ha chiesto:
“Che sta facendo, la mia piccola vampira, col mio sperma?”.
Ho risposto con la prima frase che mi passava per la testa:
“Un sortilegio d’amore, così sarai mio per sempre…”.
E’ scoppiato a ridere, mi ha tirato a sé e mi ha detto di non preoccuparmi, che prima o poi avrebbe mollato sua moglie per me e nessuno ci avrebbe più divisi. E, poi, mi ha scopata ancora e io l’ho prosciugato per l’ennesima volta, quel cretino presuntuoso, mettendo da parte altra dose di sperma fresco e vivo.
Una sera in cui sua moglie aveva deciso di andare dai suoi, m’ha scopata tutta la notte, il porco. Ha eiaculato sei volte. Una pacchia anche se… già alla quinta, la quantità che ho potuto metter via era piuttosto scarsa…
Visto che non prendo la pillola, lui insisteva nel volermi inculare e riempirmi l’intestino della sua sborra. Non glielo permetterei mai, di sprecare tanta linfa vitale per un suo stupido sfizio anale! Ho fatto finta di offendermi dicendo: “Non hai rispetto di me!” e, così, il fesso non me l’ha più chiesto…
Aprirei un centro di bellezza solo per sfruttare al meglio questa mia adorazione per la sborra umana (quella animale non m’interessa), che non è soltanto una fissazione o un banale rituale. Questa cremetta che ho brevettato mi ha reso la pelle uno schianto!
Altro piccolo particolare: quando me la friziono lentamente e senza fretta su tette e ventre, mi provoca un languorino di fica che – se digito ben bene le piccole labbra, il clitoride e l’interno della vagina – mi assicuro venute coi fiocchi e tanta pappina che si fonde col bianco succo di polpa palluta.
Posso toccarmi ovunque con quella robina deliziosa: tanto non c’è rischio di rimanere incinta. Basta lasciarla ‘fermentare’ due-tre giorni dal rapporto, per rendere innocui gli spermatozoi più stronzetti.
Mischiando varie essenze di maschio, qualche volta tiro fuori degli aromi e dei sapori più unici che rari, veri tesorini densi. Spalmo ben bene sui capezzoli induriti di voglia, sulla fichetta friccicarella… a volte, aggiungo un po’ di panna e… giù di ditale. Mi fa scoppiare, ogni volta, l’idea di strofinarmi addosso il burro di un uomo non ancora… archiviato.
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