L’impiegata

Racconto erotico sesso in macchina
Quella sera era stata abbastanza triste. Un Giovedì trascorso con gli amici in un ristorantino, una cena economica e la stanchezza della settimana di lavoro e di impegni.
Mi capitava di guardarmi allo specchio: passata la trentina affioravano le prime rughe e anche qualche capello bianco, che timorosamente facevo sparire recandomi dal parrucchiere. Bella non ero mai stata, anzi magra e introversa, come se l’immagine fisica corrispondesse a quella dello spirito.
Così il tempo era trascorso, dedicato alla famiglia e al lavoro e l’idea di non avere un uomo era diventata la rabbia di una delle tante delusioni della vita.
Col tempo aumentavano le possibilità di trascorrere il resto della vita da sola e spesso ritornava l’idea che, in fondo, non me l’ero certo spassata, e meno che mai per quanto riguarda il sesso.
Ma questi pensieri, ordinari nella mia vita, quella sera non mi toccavano. Avevo sonno e freddo, e il mio amico mi riaccompagnava silenziosamente a casa.
Cercavo di riscaldarmi avvolgendomi nel maglione e pensavo che domani ci sarebbe stato un altro giorno di lavoro prima del meritato riposo.
Arrivati sotto casa mia mi ero voltata per salutare
“Beh, allora ciao, a domani”
Lui si era sporto verso di me per darmi un bacio sulla guancia – credevo – ed io quasi fuori dell’auto avevo sporto il mio volto verso di lui per ricambiare. Ed ecco un bacio umido, sulle labbra. Lo fissavo stupita, senza comprendere se sentivo in me un risveglio o mi ero del tutto addormentata.
Il suo sguardo, imbarazzato ma implorante era eloquente.
Non so cosa è accaduto in me, lo ho cercato nuovamente. Ho teso il mio volto e le mie labbra verso di lui, per un nuovo bacio, appassionato.
Le nostre lingue si assaporavano e anche le nostre mani ora cercavano il corpo dell’altro per stringerlo e sentirlo.
Gli sono salita addosso, forse è lui che mi ha presa.

Con le mani rapidamente mi aveva liberato del giaccone e adesso era sotto il maglione, a carezzare il mio seno piccolo ma sodo, con i capezzoli appuntiti, inturgiditi dal freddo.
L’odore della pelle era intenso ed io gli avevo aperto la patta quanto basta per sentire il suo membro duro e caldo, sotto le mie mani.
Sentivo che cominciavo a bagnarmi, lui sollevato il maglione mi baciava sul ventre e mi leccava. Mi succhiava dolcemente il seno.
Poi, con gesto deciso ha cominciato a sbottonarmi il jeans e a calarmi le calze e gli slip in maniera convulsa, accarezzandomi le cosce, risalendo fino al sedere, caldo e duro.
Aveva cominciato a carezzarmi il pelo morbido ed io avevo iniziato un lento e intenso orgasmo.
Dio, che sensazione. Lo volevo sentire dentro di me. Era caldo, il suo respiro intenso e irregolare mi piaceva, mi faceva impazzire, lo sentivo lungo il collo e sulle orecchie. E allora gli ho calato i boxer e lui mi ha preso per le cosce. Lo ho cavalcato, non lo avevo mai fatto ma era bello, intenso, dolce ma deciso.
Sentivo il suo pube avvicinarsi e allontanarsi dalle mie cosce e dal mio sedere mentre i mio umori colavano e, finalmente, un orgasmo, insieme, unico, intenso. Sentivo che mi era scoppiato dentro e il tempo si era fermato.
Non so quanto tempo siamo rimasti fermi. Poi ci siamo rivestiti, lo ho baciato su una guancia e sono andata a dormire.

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