L’appartamento cinese

cinesina mi succhia l'uccello

Il freddo iniziava ad infastidirmi. L’inverno era particolarmente aggressivo ed io avevo bisogno di qualcosa che riscaldasse il mio corpo, per rendere più tiepida la mia anima.

Citofonai. Attesi per qualche secondo, dopodiché la porta si aprì. Era così bella.

-Ciao.- disse, sorridendo come se fosse realmente al settimo cielo davanti alla mia presenza.

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-Ciao.

-È da tanto che non vieni!

-Hai pienamente ragione.

-Entra.

Entrai. Erano passati tre mesi dall’ultima volta, ma il monolocale sembrava essere sempre lo stesso. Certi posti non cambiavano mai.

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-Quanto stai?

-Un’ora… tutte e due.

La ragazza seduta sul letto sorrise, felice delle mie parole. Probabilmente non capitavano spesso clienti disposti a pagare di più per avere due donne al loro servizio.

Pagai e seguii Kahurj in bagno.

Mi sbottonò i pantaloni ed iniziò a lavarmi il cazzo con acqua e sapone. L’igiene prima di tutto.

-Ma è già duro… ti sei preparato a casa?

Era incredibile, bastava un suo semplice tocco per farlo diventare come il marmo.

-No, sei tu che mi fai questo effetto.

Mi baciò. Mi domandai, come ogni volta, se baciasse tutti i clienti o se quello fosse un trattamento riservato solamente al sottoscritto.

Una volta asciugato il pene, mi trascinò in camera, facendomi sdraiare su di un asciugamani pulito che la cinesina più giovane aveva preparato per me.

Mi spogliai e attesi l’inizio del rito.

Kahurj iniziò a leccarmi il cazzo, mentre la ragazza più giovane si avvicinò a me, inghiottendo le mia dita nella sua fica.

Era bello vedere del pelo. Le donne occidentali tagliavano via tutto, un po’ come se su di loro fosse passata una falciatrice elettrica.

-Ok, fallo succhiare a lei adesso.- dissi, tirando a me la testa di Kahurj.

-Tu vuoi baciare, eh… io conosce te…

Aveva ragione: mi conosceva alla perfezione. Conosceva alla perfezione le mie corde ed io non ero altro che uno strumento nelle sue mani; a lei non rimaneva che iniziare a suonare quel lungo orgasmo.

Dopo avermi succhiato il pisello per un paio di minuti, la ragazza più giovane mi infilò un preservativo. Mi alzai e dopo averla girata e messa a pecorina, mi sputai sulla mano per inumidirle il buco del culo.

Aveva un paio di chiappe sode che avrebbero fatto impazzire chiunque sull’intero pianeta.

Era così magrolina ed indifesa da fare quasi tenerezza. La inculai, cercando di farle il più male possibile. Adoravo sentire quelle vocine stridule ansimare di dolore. Menai una decina di colpe ed uscii da lei, pronto a scoparmi Kahurj.

Conoscevo molto bene quella fica. La penetrai ed iniziai a scoparla molto lentamente, leccandole i capezzoli.

Sentivo l’attrito del mio cazzo in una fica non bagnata e questo mi faceva godere come non mai.

Uscii anche da lei, mi tolsi il preservativo ed infilai il cazzo nella sua bocca, spingendole la testa avanti e indietro. Era la miglior pompinara dell’intera città.

Quando sentii la sborra iniziare a smuoversi, estrassi il mio pisello duro e avvicinatomi alla giovane cinesina, esplosi sul suo volto, umiliandola.

La sborra le coprì una parte del volto, colandole fino al mento.

Kahurj mi guardò e sorrise.

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