La bibliotecaria calda

Bibiotecaria porno

Riccardo era solito recarsi in biblioteca per consultare vecchi testi di cui in libreria era impossibile perfino rintracciare l’autore. Era a tutti gli effetti un drogato di letteratura.
Amava i libri più d’ogni altra cosa. Leggeva praticamente di tutto, ma non avendo molti soldi, preferiva affittare i libri, piuttosto che comprarli.
Da qualche settimana aveva messo gli occhi sulla nuova addetta all’archivio generale. Era una donna sulla quarantina, media statura, pelle olivastra, capelli neri ed occhi verdi.
Si domandava se avesse scelto quel lavoro per vocazione o per semplice necessità, perché non tutti veneravano i libri con la sua stessa ed intensa passione.
Quel giorno era alla ricerca di un volume che non riusciva a trovare da nessuna parte. L’aveva cercato decine di volte sul gestionale della biblioteca, ma qualcuno doveva averlo riposto male e quando succedeva una cosa del genere, era un po’ come cercare un ago in un pagliaio.
-Ti vedo spaesato, vuoi una mano?
Riccardo si voltò e riconobbe immediatamente l’addetta all’archivio generale. Si chiamava Gemma o almeno quello era il nome scritto sulla targhetta che portava appuntata al maglione.
-Sì, ma non volevo disturbare nessuno.- rispose lui, timido come al suo solito.
-Quale disturbo… io amo il mio lavoro.- rispose la donna, rispondendo anche alle sue fantasie.
-Anche io l’amerei. Lavorare in mezzo ai libri dev’essere fantastico. Comunque, il libro è “Il tempio di Beleth”.
-Gran bel libro.
-Lo so… volevo rileggerlo. Ci sono cresciuto con quel libro.- sorrise.
-Dovrebbe trovarsi nello scaffale undici A.
-Non c’è.
-Ah, l’avranno riposto male.
-Come al solito.
-Guarda, siccome ne abbiamo due copie, forse potrei averne una nell’archivio; ti piacerebbe visitarlo? È per soli addetti, ma per te possiamo fare una piccola eccezione.
Era un sogno che si avverava. Avrebbe visto l’archivio della biblioteca e sarebbe restato da solo in una stanza con Gemma; non poteva davvero credere alle sue orecchie.
-Certo che mi piacerebbe visitarlo.
S’incamminarono verso quella porta azzurrina, tra le file di studenti e feticisti dei libri, avvicinandosi sempre di più, quasi come se desiderassero entrambi che i loro corpi si sfiorassero.
Gemma chiuse la porta dell’archivio, mostrando a Riccardo tutti quei libri antichi.
-Io ti sogno da dieci giorni.- disse, guardandolo negli occhi.
-Cosa? Sono io che ti sogno da due settimane.
-Senti, possiamo baciarci e non parlare? Ci sono già così tante parole in questo posto.- domandò lei.
Riccardo la baciò, spingendola verso una pila di manuali sul mesmerismo. Aveva delle tette molto sode, probabilmente rifatte, ma comunque sode.
-Toccami la figa.- disse lei, infilando una mano nei suoi pantaloni.
Riccardo superò la gonna della donna ed iniziò a masturbarla per farla bagnare.
Quando il pene del ragazzo divenne di marmo, Gemma strappò i suoi collant, dicendo -Infilamelo e fammi male.
Non gli era mai successa una cosa del genere. Una donna adulta si stava facendo scopare nell’archivio di una biblioteca.
Infilò il suo pene dentro di lei ed iniziò a pompare lentamente. Voleva fare l’amore e non del semplice sesso.
-Dio, sì… continua così. Mi fai impazzire.
Aveva una sensibilità vaginale fuori dal comune, bastava toccarla un secondo per farla eccitare fino a perdere il totale controllo del suo corpo.
-Scopami, scopami. Non ti fermare.- disse, facendo cadere una raccolta di Eschilo dai classici grechi.
-Quanto sei fica.
-Dimmelo ancora.
-Quanto sei fica.- disse nuovamente, sborrandole dentro.
Non era riuscito a trattenersi ed era venuto dentro di lei, scaricandole tutto il suo sperma nella sua figa bagnata.
-Tranquillo… non credo che rimarrò incinta.
-Mi dispiace. Volevo farti venire.
-Beh, puoi sempre leccarmela.- rispose Gemma, spingendolo ai piani inferiori.
Di tanto in tanto i sogni diventavano realtà e ti potevi ritrova con la faccia immersa nella vagina di una donna matura, all’interno di una biblioteca, diventando il tuo personale eroe.

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