Housekeeper

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Mentre gli ospiti erano a fare la colazione, io mi recavo con il mio carrello, al terzo piano, per la pulizia delle camere. Con la chiave universale in mano, bussai alla prima porta, con la solita frase ” House keeping “, bussando almeno 3 volte, prima di aprire la porta. Entrai nella camera 184, una Junior Suite, che a differenza della camera doppia, aveva un piccolo salotto con un divano letto e con il televisore a schermo piatto. Entrai con il mio carrello, andando diretteamente nella camera da letto.

Lasciai il carrello, per prendere le lenzuola, quando notai diverse macchie, al centro del letto, che onestamente non era neanche troppo disfatto. Mi avvicinai con cautela alle macchie, cercando di analizzarle, capendo solamente che erano delle macchie bianche, tipo goccie di qualcosa. Toccandole con un dito, potevo capire che erano appiccicaticce. Con un balzo, scesi dal letto. Era sborra secca. Il letto era cosparso di schizzate di sborra essiccata. La cosa era nuova per me, in genere gli schizzi di sborra si potevano trovare sui muri delle doccie, o all’interno del lavandino, dove i vari segaioli pensavano di nascondere i loro sporchi segreti. Senza neanche capire il perche’, forse per curiosita’, mi avvicinai il dito utilizzato per l’esaminazione al naso, cercando di captare un odore, ma niente. Allora mi misi il dito in bocca, avvertendo il sapore della sborra, anche se non era cosi’ aspra come quella del mio ragazzo. Anzi, aveva un buon sapore e ne volevo ancora. Andai nuovamente sul letto, dove incominciai a leccare direttamente dalle lenzuola, la sborra essiccata, come una vacca che mangia erba da un gustoso prato.

Improvvisamente 2 mani mi presero dai fianchi, spingendomi indietro. ” Vedo che ti piace il sapore della mia sborrata di ieri sera “. L’ospite della Junior Suite era rientrato, senza neanche rendermene conto.  Con una mano mi sollevo’ il gonnellino dell’uniforme, infilando velocemente 2 dita dentro le mie mutandine, stimolandomi il clitoride. Non sapevo cosa fare, da una parte ero molto eccitata e dall’altra impaurita. Mentre ero presa dal mio dilemma, il giovane ospite spinse da parte la mutandina, facendo spazio per il suo cazzo che era duro e caldo. Spinse la cappella dentro la mia figa bagnata, tenendomi ben salda dai fianchi. Con una botta secca e violenta, spinse tutto il cazzo dentro di me, sbattendomi le palle addosso. Potevo sentire come la sua cappella si faceva strada dentro di me, entrando ed uscendo tra le umide labbra della mia figa. Con una mano da sotto, mi stimovalvo il clitoride, mentre quello sconosciuto mi stava scopando sul letto che aveva macchiato di sborra la sera prima. Con la punta delle dita, potevo sentire il suo cazzo che scivolava dentro di me e quando arrivava tutto dentro, potevo anche sentire le sue calde palle pelose. Grugniva dalla goduria, dandomi di tanto in tanto delle forti sculacciate, facendomi sentire piu’ puttana e abusata che mai.

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Con uno scatto felino, tiro’ fuori il cazzo e si mise al mio lato. Con una mano mi spinse la testa verso il suo cazzo. Ora, oltre che sentire, lo potevo anche sentire. Era duro, non molto lungo, ma tosto, potevo vedere le venature. Posiziono’ la cappella umida della mia figa davanti alla mia bocca ” Dopo aver leccato la sborra di ieri, succhia anche la fresca sborra di oggi ” e spinse il cazzo dentro la mia bocca. Succhiai la sua cappella, quando la sua calda, densa, aspra sborra stava colando dalla punta del suo cazzo sulla mia lingua.  Fece un timido schizzo, ma gran parte della sborra colava direttamente sulla mia lingua, che muovevo intorno alla sua cappella, succhiando come una cagna in calore. I suoi gemiti di piacere erano molto eccitanti, come i suoi tremori, mentre dentro la mia bocca, la mia lingua si intorceva intorno alla sua cappella appena sborrata. Continuai a succhiare, fino a quando il cazzo non gli divento’ moscio e ben pulito, che scivolo’ fuori dalla mia bocca.

Alzandomi senza guardarlo in faccia dissi ” Ora e’ tutto lindo signore, buona giornata ” e con il mio carrello, me ne andai.

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