Allo specchio

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Lei davanti allo specchio. Lo aspettava. Lui sarebbe arrivato e l’avrebbe guardata negli occhi, da li in un attimo tutto sarebbe precipitato meravigliosamente e quei due corpi avrebbero cominciato ad intrecciarsi: le loro mani si sfiorano e si posseggono,le loro lingue si intrecciano calde e avide, esplodono silenzi, respiri,affanni.Lei aveva tutto impresso nella sua mente. Ogni volta i suoi orgasmi erano intensi e stravolgenti.Lei davanti allo specchio: i suoi occhi pieni di desiderio e passione, voglia e perdizione.Sapeva che non appena Lui fosse entrato, avrebbe desiderato essere presa e penetrata con forza e dolcezza, intensità e profondità.
Quel giorno Lui arrivò.E come succedeva ormai da qualche mese Victoria sentì una spinta erotica di incontrollabile forza che la portò tra le Sue braccia.La sua lingua,umida e calda, uscì lentamente dalla bocca e cominciò a leccargli le labbra e a baciarlo con trasporto ed eccitazione.La sua figa,assalita da contrazioni e completamente zuppa,si sfregava compulsivamente sul Suo pisello, sempre più grosso e possente,fino a quando il desiderio di baciarlo e leccarlo diventava indomabile e lei scendeva per soddisfare tutti i suoi appetiti. Mai,prima di incontrarLo, si era sentita cosi affamata ed ingorda,mai aveva sentito dentro di lei quella forza ed eccitazione,mai. E invece da quel primo bacio così caldo inaspettato e tanto desiderato e sognato,era arrivata a sentire crescere in lei quella passione, sempre più totalizzante che le regalava orgasmi multipli, sempre più stravolgenti.
Ma quel giorno accadde qualcosa, qualcosa che cambiò per sempre il loro rapporto, qualcosa che lei non si sarebbe aspettato ma che solo successivamente avrebbe realizzato appartenerle. Lui le mostrò un video. C’era una ragazza, una segretaria, che veniva sculacciata dal suo capo mentre leggeva una lettera, appoggiata alla sua scrivania. L’espressione del viso,gli occhi di lei,lo sguardo di lui entrarono nella mente di Victoria,come da una bomba ne rimase folgorata e si accorse che quelle immagini la eccitavano.Lui se ne accorse e cominciò a penetrare la sua patata con le dita, sempre più intensamente e profondamente fino a quando Victoria, mentre si guardava allo specchio, riconobbe il suo sguardo in quello della segretaria, e raggiunse un orgasmo che non avrebbe mai più dimenticato. Non sapeva ancora che quello rappresentava l’inizio di un viaggio che l’avrebbe portata alla scoperta della sua natura.
Ne parlarono i giorni successivi: lo sguardo di lei in quelle immagini sembrava si fosse impadronita di Victoria, e per quanto essa non si fosse mai trovata in una simile situazione, le sembrava di capire cosa quella ragazza provava nell’essere sculacciata. Quel pensiero crebbe in lei e quando lui tornò in quella stanza, il desiderio cosi reale e inconfessabile che Victoria aveva provato, si fece vivo. Lui la girò, davanti allo specchio, e le diede uno schiaffo, delicato ma deciso, sul sedere, lasciandola senza fiato. Lei non aveva mai provato una simile sensazione eppure ne era già rapita ed estasiata.Lui la colpì di nuovo e quel suono cosí autorevole, quel piacevole bruciore, quel senso di appartenenza e sottomissione la eccitó cosí tanto che lo implorò di farlo ancora. Victoria si sentiva libera di sprigionare la sua natura, libera di desiderare di essere posseduta e domata, addestrata e sottomessa. Iniziarono a sperimentare corde e frustini ed ogni volta lei si sentiva sempre più felice ed appagata, sempre più desiderosa e viva.In lei cresceva la voglia di essere posseduta e di soddisfare le richieste di quello che era diventato il Padrone del suo corpo, della sua mente, del suo cuore.Qualunque cosa Lui le chiedesse lei obbediva e ciò le recava una gioia e un senso di straordinaria felicità, mai conosciuta prima. L’essere dominata non spegneva il suo appetito,anzi.Quando lui la penetrava mentre Victoria era legata, bendata,con la testa a terra, le sembrava che quel desiderio che aveva scovato in sé grazie a Lui, esplodesse fuori in tutta la sua natura. Nessun limite, nessun freno, nessuna paura era presente nei loro incontri. Lui volle che lei trovasse una parola di sicurezza per essere certo di non farle mai qualcosa che non desiderasse,ma non la usó mai. Era un Padrone perfetto: duro e intransigente quando serviva, dolce e riconoscente quando lei se lo meritava. Victoria era felice quando Lui le ordinava qualcosa e l’eccitazione e la riconoscenza la guidavano incalzantemente dal momento in cui Lui formulava l’ordine a quando lei lo eseguiva. Tra le sue mani lei si sentiva protetta e libera, mai giudicata né sbagliata.
“Conta mentre la frusta accarezza e colpisce il tuo sedere e la tua schiena “e Victoria contava, posseduta e travolta da quel piacere cosí dominante.
Ora Victoria è davanti allo specchio e si guarda.Il collare segna che lei Gli appartiene, il bustino di latex la rende una schiava attraente e provocante, le calze a rete larghe saranno strappate al momento giusto per permetterGli di penetrarla e sfondarla con i Suoi colpi duri e decisi.Lei si eccita al solo pensarLo.Lui bussa.Lei si inginocchia davanti al Padrone.Aspetta che le dia le sue mani che lei bacerà e adorerà con tutta la sua più intima devozione.Lui la accarezza dolcemente, sceglie il guinzaglio che più quel giorno gradisce e la lega.”Spogliami”e Victoria comincia a sciogliere i lacci delle scarpe, le scarpe, i calzini, sempre e solo con la sua bocca. Lo implora, con la testa bassa, di potergli leccare i piedi e quando Lui glielo concede, lei inizia avidamente a baciarglieli. “ Ti piace?” le chiede.”Tantissimo” lei risponde.E quando lui le schiaccia il viso a terra con forza e le infila la mano su per la patata, sente quanto quello che aveva appena detto fosse vero: Victoria è completamente zuppa e ora pulirà la mano sporca del Padrone, con immensa cura e piacere.Quando Lui ritiene che lei abbia fatto un buon lavoro, le toglie la mano dalla bocca.La sua lingua rimane immobile, ancora ad assaporare quel momento.Lui la trascina per i capelli e la porta davanti al letto.Victoria comincia ad ansimare, Lui ha un progetto per lei e sa bene che la condurrà a liberare piaceri e sensazioni alienanti.Le benda gli occhi.Le mette la pallina in bocca e comincia minuziosamente a legarle le mani dietro la schiena. Caviglie immobilizzate dalle manette.Una corda unisce le braccia alle gambe.È bloccata.Nelle sue mani.Non ha alcuna paura, solo un desiderio ormai familiare ma sempre sorprendentemente crescente e appagante, di essere dominata e sottomessa.Lui le bacia la schiena e poi si ferma.Victoria sa quello che sta per fare e trattiene eccitata il respiro.Lui la morde, sulla schiena e poi sul sedere senza risparmiarsi.E lei inarca la schiena travolta da quel dolore così piacevole e dirompente che ne desidera ancora e ancora.Quei segni e quel bruciore rendono Victoria orgogliosa, facendola sentire fortunata ed eccitata anche una volta a casa. “Piede destro davanti, piede sinistro dietro” chiede il Padrone a Victoria.Difficile scegliere: lei sa che sono entrambi cosi appaganti e piacevoli, in modo diverso, ma con la medesima forza e intensità. Muove il piede destro e mentre lui la sta penetrando davanti con spinte forti e profonde,lei geme travolta da un godimento irrefrenabile.Forte arriva la frustata sulla schiena. “ Non hai il permesso di arrivare in cima alla montagna “e la colpisce forte altre tre volte, fino a quando lei fa cenno con la testa di aver capito.” Ora io ti toglierò la pallina, continuerò a scoparti ma non voglio sentire un suono uscire dalla tua bocca.Devi stare in silenzio, hai capito?”le chiese tirandole forte i capelli.Lei, eccitata sempre di più, annuí.Era difficile fermare la scalata,l’eccitazione che la possedeva era incontrollabile ma lei desiderava obbedire al Padrone come nient’altro e aveva imparato a canalizzare la sua libido e lasciarla imprigionata dentro di lei fino a quando Lui non le avrebbe dato il permesso. Stette in silenzio.Una implosione di folle piacere la drogava:Victoria non capiva più nulla, nessun contatto con la realtà, nessun pensiero logico ma solo una carica esplosiva che cresceva dentro di lei che,legata e immobilizzata, godeva di ogni spinta e di ogni frustata.”Piede destro davanti piede sinistro dietro”.La sua risposta lo portò a sputare sul suo ano ed iniziare a scoparle il culo, con la stessa decisione e potenza con la quale l’aveva penetrata davanti.”Ora puoi”.Nel sentire quelle parole Victoria esplose in un urlo liberatorio e tutta quella carica esplosiva la travolse portandola a raggiungere un incredibile orgasmo, di una intensità e forza triplicati rispetto al solito. Lui la girò violentemente.”Apri la bocca e tira fuori la lingua”.Lei felice ed estasiata lo fece e ricevette in dono lo sperma, caldo e saporito, del Padrone.
“Ti ringrazio Padrone” sussurrò lei baciando e succhiando il Suo pene e ne assaporò avidamente fino all’ultima goccia.
Lei è davanti allo specchio.Ha il frustino in bocca.Guarda il suo sguardo affamato, bramoso e desideroso di servire il Padrone.Sorride.La realtà anche questa volta supererà l’immaginazione.
Eccolo.Bussa.

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Autore:
Victoria

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